VITTORINA GEMENTI

BIOGRAFIA

Vittorina Gementi ha speso la sua esistenza vivendo in modo radicale due grandi amori che urgevano dentro di lei: l’amore a Dio e l’amore al prossimo, in particolare ai bambini, in particolare ai bambini con handicap cerebrale, i cosiddetti ritardati mentali. L’incontro con queste creature, avvenuto in una piccola scuola della campagna mantovana quando Vittorina, a vent’anni, aveva iniziato la sua missione di maestra, ha dato una svolta imprevista e decisiva alla sua vita fino a portarla a fondare, nel 1966, una scuola specifica per loro, la Casa del Sole.
Così parla di lei il prof. Alessandro Manenti: “Nulla, della sua vita, poteva far presagire la sua fine di fondatrice. Aveva iniziato tutt’altra strada: maestra, assessore comunale, vice sindaco, esponente di partito, commissario di un ente, tutore dei minori in ‘affidamento preadottivo, membro di un patronato scolastico. Strada, tutto sommato, burocratica e istituzionale che, nel migliore dei casi, avrebbe potuto condurla a una qualche seggiola in parlamento. A un certo punto si trovò fra le mani l’imprevisto problema del disadattamento infantile e lei si lasciò modellare da questo evento. Di qui in poi, incominciò a scrivere la sua vita secondo un copione non previsto. Questa fu la sua grandezza: vivere come romanzo di sole una storia non da lei determinata, lasciarsi condurre là dove la vita l’aveva incastrata anziché spingere la vita nei binari da lei prestabiliti”.
Accettare di percorrere fino in fondo questa via imprevista significò, per Vittorina, anche dover accettare innumerevoli sofferenze, umiliazioni e incomprensioni, tanto da spingere chi la conosceva a interrogarsi seriamente sulle motivazioni di questo suo impegno. E’ Vittorina stessa a dare la risposta: le avevano chiesto un giorno: “Qual è la sorgente prima alla quale lei attinge tanta forza per fare il suo lavoro con tanta gioia, sia pure attraverso tante sofferenze?”. E Vittorina, con la spontaneità che la caratterizzava, rispose: “Credo di aver avuto un grande dono nella mia vita: quello di essermi innamorata, di essermi ‘cotta’ di Gesù. Non credo di avere avuto niente di più di quello che ognuno di noi può avere. Ho cercato e cerco sempre di più di conoscere e di amare il Signore”.
Alla radice del suo agire, della sua forte sensibilità umana e del suo senso della giustizia sociale stanno dunque la fede e l’amore in Dio, e in particolare in Gesù eucaristia come ha sottolineato il Vescovo di Mantova mons. Egidio Caporello: “Sono convinto che se noi aggiriamo la fede eucaristica di Vittorina Gementi non riusciamo a riconoscerla. Se vogliamo capire il mistero di questa creatura, la sua esuberanza e soprattutto il suo sorriso e la sua letizia, che non era mai spensieratezza e che era anche aggressiva, bisogna considerare la centralità della sua fede eucaristica. E’ lì il suo cuore”.
La sua fede e il suo amore a Gesù eucaristico hanno trasfigurato la sua vita rendendo il servizio al fratello con sofferenza cerebrale un’esperienza mistica che Vittorina esprime con parole molto forti:
“Gesù Eucaristico è l’inizio, la forza, l’alimento, la luce ed il fine della nostra attività, del nostro lavoro pedagogico, del nostro servizio fraterno”.
“I nostri Bambini sono Tabernacoli viventi, il loro corpo è proprio come l’ostensorio, in loro vive e cresce Gesù”.
“Il Silenzio e la Serenità dei Bambini rendono lieta e luminosa ogni giornata e facilitano la contemplazione. Dobbiamo diventare degni di questo dono unico e prezioso che Dio ci concede: lavorare con i suoi prediletti, coloro che nessuno vuole, i suoi piccoli, i più poveri tra i poveri, perché possiamo diventare dei contemplativi nel fratello, come Lui desidera. Questo nostro lavoro con i Bambini cerebropatici è un forte momento di riflessione sulla Vita e quindi di Preghiera, anche contemplativa”.
“Nella Vita dei Bambini cerebrolesi gravissimi vediamo manifestarsi le opere di Dio e impariamo ad amare e a pregare come loro, nel totale abbandono e nell’inerzia delle facoltà intellettive”.
Effettivamente Vittorina, come afferma ancora mons. Caporello “ha rivelato la santità, la santità quotidiana, popolare, quella santità laica che investe ciascuno di noi in misure diverse, non sempre con espressioni straordinarie ma con una dimensione di vita cristiana che si traduce in grande servizio”.

biografia vittorina
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